La Corte Costituzionale sull’insegnamento universitario in lingua inglese

Segnaliamo la recentissima sentenza n. 42 del 2017, della Corte Costituzionale, in tema di corsi universitari insegnati in lingua diversa dall’italiano. La Corte Costituzionale prospetta un’interpretazione delle norme di legge conforme alla Costituzione, consentendo agli Atenei di attivare corsi impartiti interamente in inglese, a condizione che l’offerta formativa offra corsi equivalenti anche in lingua italiana.

Questa soluzione ermeneutica consente alla Corte di equilibrare l’esigenza di promuovere l’internazionalizzazione dell’insegnamento universitario con “la primazia” della lingua italiana, “vettore della cultura e della tradizione immanenti nella comunità nazionale”.

Emerge anche una prospettiva sui processi di globalizzazione che merita di essere sottolineata: “La progressiva integrazione sovranazionale degli ordinamenti e l’erosione dei confini nazionali determinati dalla globalizzazione possono insidiare senz’altro, sotto molteplici profili, tale funzione della lingua italiana: il plurilinguismo della società contemporanea, l’uso d’una specifica lingua in determinati ambiti del sapere umano, la diffusione a livello globale d’una o più lingue sono tutti fenomeni che, ormai penetrati nella vita dell’ordinamento costituzionale, affiancano la lingua nazionale nei più diversi campi. Tali fenomeni, tuttavia, non debbono costringere quest’ultima in una posizione di marginalità: al contrario, e anzi proprio in virtù della loro emersione, il primato della lingua italiana non solo è costituzionalmente indefettibile, bensì – lungi dall’essere una formale difesa di un retaggio del passato, inidonea a cogliere i mutamenti della modernità – diventa ancor più decisivo per la perdurante trasmissione del patrimonio storico e dell’identità della Repubblica, oltre che garanzia di salvaguardia e di valorizzazione dell’italiano come bene culturale in sé”.