La redazione segnala la pubblicazione del nuovo volume di Roberto Conti “I giudici e il biodiritto”

Il tema che si è scelto di affrontare è, per complessità e delicatezza, senz’altro capace di fare tremare i polsi a qualunque operatore di media preparazione e sensibilità, tale è la vastità delle implicazioni di ordine filosofico, sociale e giuridico che  ruotano attorno alle questioni che attengono alla dignità, alla vita e al fine vita.

Le riflessioni esposte, prevalentemente maturate attraverso l’esperienza professionale e personale acquisita nell’ambito dell’Ufficio del Giudice tutelare presso il Tribunale di Palermo e, per altri aspetti, attraverso l’approfondimento dedicato da alcuni anni alla conoscenza delle dinamiche esistenti fra diritto interno e fonti sovranazionali, si muovono su tre piani “pratici”.


Si è infatti scelto di  guardare alle giurisprudenze di merito, di legittimità e delle Corti sovranazionali, ai nessi di collegamento fra i sistemi di protezione, alle soluzioni offerte e alle prospettive che si aprono rispetto ai molteplici e variegati casi che possono presentarsi all’attenzione dell’operatore e del giudice.

Il tutto in una dimensione che guarda con particolare attenzione agli aspetti che la realtà dei casi concreti pone all’operatore giudiziario- sia esso giudice o avvocato- .

Il titolo del lavoro –“I giudici e il biodiritto Un esame concreto dei casi difficili e del ruolo del giudice di merito, della Cassazione e delle Corti europee – tenta così di sintetizzare i contenuti che, muovendo dall’esame dei casi concreti,  toccano i temi dell’autodeterminazione, dell’inizio e del fine vita, dell’affidamento e del matrimonio di coppie dello stesso sesso, inerpicandosi anche sulle altre questioni “difficili” che continuano a prospettarsi, nella pratica quotidiana, con riguardo ai minori e al loro diritto di essere ascoltati  in ambito giudiziario.

Il tutto, in una prospettiva volta a fornire all’interprete alcune chiavi di lettura che dovrebbero affiancarlo, in concreto,  nell’approcco a tali questioni.

Inoltre, il tentativo di tratteggiare la funzione giudiziaria nei territori “biogiuridici” offre, al lettore  un ragionamento più generale sul contrastato ruolo del giudice nella società moderna e sui rapporti che questi ha con il potere legislativo, essendo  emerse tensioni e contrasti che hanno, ormai, valicato il recinto degli addetti ai lavori, per diventare oggetto di elucubrazioni di vario genere e tenore.

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