La saga Taricco a una svolta: in attesa della decisione della Corte Costituzionale

La sentenza con cui la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha replicato all’ordinanza della Corte costituzionale italiana sul caso Taricco (C-42/17, M.A.S. e M.B.) è destinata ad assumere un rilievo centrale nei prossimi sviluppi dell’integrazione giurisdizionale europea. I contributi pubblicati nel Forum di discussione avviato dalla Rivista di diritti comparati riflettono sui principali nodi problematici di tale sentenza, anche in vista della prossima decisione della Corte costituzionale.


Quali diritti per i cittadini europei: la complessa definizione dei contenuti della cittadinanza europea tra interventi della Corte di giustizia e ruolo dei giudici nazionali

1. In alcune recenti sentenze della Corte di giustizia è possibile cogliere la traccia di una rinnovata riflessione sul significato della cittadinanza europea, che – nonostante forse qualche troppo prudente battuta d’arresto – sembra destinata a riempire di significato l’affermazione formulata nella decisione Grzelczyk del 2001, e costantemente ripetuta nella giurisprudenza successiva, secondo cui «lo status di cittadino dell’Unione è destinato ad essere lo status fondamentale dei cittadini degli Stati membri» (sent. Corte giust., 20-9-2001, causa C-184/99, p.to 31, in Racc. I-6193).

Lasciando da parte la pur interessante decisione Rottmann del 2010 (sent. Corte giust., 2-3-2010 causa C-135/09, non ancora pubblicata nella Raccolta e reperibile nel sito della Corte all’indirizzo internet www.curia.europa.eu), che attiene ai limiti “europei” che incontrano gli Stati nella disciplina dell’attribuzione e della revoca della cittadinanza, il punto di partenza dell’analisi può essere costituito dalla decisione Zambrano dell’8 marzo 2011, causa C-34/09.

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