Recensione a Carlos Ruiz Miguel, Constitucionalismo clásico y moderno. Desarrollo y desviaciones de los fundamentos de la teoría constitucional, Tribunal Constitucional del Perú, Centro de Estudios Constitucionales, Lima, 2013, pp. 1-406.

Il libro che si recensisce raccoglie alcuni saggi di Carlos Ruiz Miguel, cattedratico di diritto costituzionale nell’Università di Santiago de Compostela, pubblicati fra il 1994 e il 2012. Il fil rouge che lega le quattro parti del volume, ordinate in modo efficace, si trova nella verifica della validità dei principi classici del costituzionalismo alla luce degli sviluppi susseguitisi nell’alveo europeo. Evoluzioni e innovazioni, sia di singoli istituti sia di teorie dottrinali, offrono un quadro articolato di quelli che l’A. considera i successi e i fallimenti del costituzionalismo occidentale.

Nella prima parte, intitolata Sobre los fundamentos del constitucionalismo clásico, Ruiz Miguel si sofferma sull’idea di costituzione, sulla dignità umana e sul patriottismo costituzionale, intesi come pilastri del costituzionalismo europeo di epoca liberale. A partire da qui, il salto temporale si compie nella seconda parte, dedicata a Algunos desarrollos de la teoría constitucional, ove si delineano i tratti di una nuova configurazione dello Stato. Nel saggio su El camino hacia el Estado democrático avanzado, si sostiene l’evoluzione dello Stato sociale di diritto verso una forma connotata da una funzione politica di direzione più democratica, che lascia spazio alla partecipazione dei cittadini nella gestione ed esecuzione della politica, e un margine di deliberazione più ampio all’amministrazione. Nella sfera giurisdizionale, esso viene a realizzarsi mediante il ruolo della giuria come garanzia democratica, tema del secondo saggio. L’argomento, poco frequentato dai costituzionalisti, consente di rilevare la natura popolare nella creazione giurisprudenziale del diritto, le maggiori garanzie di obiettività e di imparzialità, il consenso della comunità, il rafforzamento del controllo sugli operatori del diritto, e la conservazione della pace sociale. I diritti fondamentali, dalla loro dimensione soggettiva a quella oggettiva, e nella loro natura assiologica e di valenza integrativa, sono ulteriore elemento di questo quadro.

La terza parte del volume sottolinea le deviazioni dal costituzionalismo classico, sviscerate in quattro argomenti. I cambiamenti di rotta a livello normativo sono colti nel diritto costituzionale europeo e nell’istituto della incostituzionalità per omissione. Con riguardo al primo punto, partendo dai modelli europei e statunitense, l’A. sostiene che il processo di formazione della costituzione europea non abbia rispettato il principio democratico, che al contempo abbia relativizzato l’idea della sovranità nazionale e il rispetto delle libertà individuali, e che abbia minato l’idea della normatività ammettendo un documento della cui supremazia si dubita, e che non ha il requisito dell’originarietà, essendo un atto derivato. Ulteriore insuccesso è visto nella incostituzionalità per omissione che, a dispetto dell’ampia messe di studi di cui è oggetto, è diffusa in rari paesi e sembra avere effetti deludenti. Dopo avere ricostruito i problemi di ordine sostanziale e procedimentale generati dall’istituto, l’A. sostiene l’inutilità della sua previsione. Il multiculturalismo, poi, comporta secondo Ruiz Miguel una deviazione dal costituzionalismo classico in tanto in quanto pretende di dare eguale valore a tutte le culture anche se alcune si pongono in contrasto con l’essenza della costituzione, la cui idea è sorta e si è radicata in un preciso humus culturale. Un profilo tutto interno al diritto spagnolo è affrontato a chiusura della sezione, con la deviazione politica relativa al potere costituente. Nello specifico, l’art. 161, c. 2, cost., che riconosce il potere del governo di impugnare davanti al tribunale costituzionale le disposizioni e le decisioni delle comunità autonomiche è inteso come una clausola di chiusura giurisdizionale dell’ordinamento. Clausola di difesa utilizzabile per salvaguardare la costituzione dagli attacchi provenienti da alcune comunità, e che può impedire il sorgere di un potere costituente “municipalizzato” laddove esiste già uno Stato unitario.

Le sfide del costituzionalismo attuale sono delineate nell’ultima parte del libro. Las expectativas del nuevo constitucionalismo: logros y decepciones, comprende i temi dei diritti fondamentali nel commercio internazionale, della libertà politica nella democrazia elettronicamente fluida, dei limiti della giustizia penale internazionale. La nota positiva è identificata nell’importanza delle nuove tecnologie, utili a dare impulso a sviluppi autenticamente democratici garantendo più facilmente il pluralismo, rafforzando le possibilità di verifica delle informazioni e dando notizie non semplificate. Le delusioni provengono dai codici di condotta, insufficienti a garantire che le imprese operanti all’estero rispettino i diritti fondamentali, nonché dai regolamenti della corte penale internazionale, dalla nomina non democratica dei giudici e dal veto che può porre il consiglio di sicurezza dell’ONU su alcuni casi, tutti fattori che frenano la possibilità di perseguire la giustizia a livello globale.

Il libro in parola, mediante la prospettiva critica dell’A., ha il pregio di dare contezza del costituzionalismo europeo evidenziando alcuni dei suoi passi in avanti e dei suoi punti di inflessione, offrendo uno spaccato del percorso storico-costituzionale fin qui seguito, e aprendosi alle sfide di portata planetaria che ci attendono. Un’opera che spiana la strada a ulteriori approfondimenti teorici a partire da una visione che non intende fermarsi a una lettura contingente e conformista di certi fenomeni giuridici.